Descrizione
Il suono di una lingua sconosciuta, l’esotismo dei colori, un dipinto simile a una foto di famiglia in un museo di Rio de Janeiro… Sono alcune delle tante tracce e suggestioni che hanno spinto Némo Camus a immaginare una creazione sospesa tra omaggio, racconto biografico e riflessione poetica sull’eredità culturale, razziale e familiare, ispirata alla storia della sua nonna brasiliana: “Dona Lourdès”. Lourdès de Oliveira nacque da una donna nera di umili origini e da un uomo bianco dell’alta società che scelse di non riconoscerla. Nel 1959 interpretò Mira nel film “Orfeu Negro”, incarnando per sempre l’immagine di una bellezza carioca meticcia. Insieme al performer brasiliano Robson Ledesma, Camus ha condotto una serie di interviste con lei, esplorando la tensione tra danza classica e samba. Ma il materiale sfugge; lo sguardo si fa sfocato. Come possiamo ereditare una storia familiare intessuta di miti, distanze, differenze e ammirazione? Cosa possiamo chiedere a questa storia, ancora oggi attraversata dai fantasmi di una cultura brasiliana costruita in Europa?
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