Descrizione
In Ex(ile) Lab è un laboratorio biennale che riunisce organizzazioni con sede in Francia, Italia, Cipro e Portogallo. Co-finanziato dal Programma Europa Creativa dell’Unione Europea, ha lo scopo di sperimentare percorsi di integrazione transdisciplinari creati su misura in cui gli artisti che affrontano una condizione di esilio possano crescere come individui e artisti, nelle società che li ospitano e nello spazio europeo. Il progetto è guidato da l’atelier des artistes en exil (Parigi) e sviluppato e realizzato con Alkantara (Lisbona), Visual Voices (Nicosia) e Santarcangelo Festival. Durante i due anni del progetto, i partner di In Ex(ile) Lab colgono inoltre l’opportunità di adattare in tempo reale i propri strumenti e metodi di supporto artistico alle esigenze degli artisti in esilio. I beneficiari del laboratorio annuale In Ex(ile) Lab sono stati selezionati dai 4 partner attraverso una open call e partecipano ad attività internazionali, incontri e residenze artistiche. In Ex(ile) Lab sostiene la ricerca di 12 artisti selezionati: Eisa Baddour, Emmanuel Ndefo, Francisco Thiago Cavalcanti, Irkalla, Keyla Brasil, Letícia Simões, Liryc Dela Cruz, Maryam, Mo, Nina Itova, Pinky Htut Aung, Polina Chebanu.
Santarcangelo Festival ospita il closing meeting di In Ex(ile) Lab, durante il quale quattro artiste e artisti presenteranno la propria ricerca svolta nel biennio.
Eisa Baddour
ΑΓΑΠΗ
ΑΓΑΠΗ è un’installazione performativa interattiva pensata per essere eseguita nel Mar Mediterraneo, sulle coste cipriote. Eisa Baddour ha progettato delle sagome in legno che formano la parola Aγάπη (Amore in greco) e possono essere riorganizzate per formare la parola Aşk (Amore in turco). L’artista invita così le persone a riflettere sui sentimenti che ci uniscono nonostante le barriere linguistiche e culturali.
Eisa Baddour (Cipro) combina visual design, esperienza architettonica e performance per promuovere il cambiamento sociale. Con l’obiettivo di mettere in luce questioni sociali urgenti, come la disuguaglianza e la sostenibilità ambientale, le sue installazioni stimolano il dialogo e sfidano le norme sociali. Unendo i principi del design con la profondità concettuale, Eisa crea esperienze multidimensionali che coinvolgono gli spettatori intellettualmente ed emotivamente. Attraverso il simbolismo ed elementi interattivi, invita il pubblico a riflettere, entrare in empatia e ad agire.
Francisco Thiago Cavalcanti
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In programma dal 12 al 14 luglio in Piazza Ganganelli.
Francisco Thiago Cavalcanti (Portogallo) è artista di danza, teatro e performance, brasiliano, queer, neurodiverso, non bianco. Vive in Portogallo dove ha fondato il collettivo um cavalo disse mamãe, insieme a Piero Ramella, Bárbara Cordeiro e Francisca Pinto. Ha una laurea in Danza, un master in Educazione – Inclusione, Etica e Interculturalità e sta studiando per il dottorato in Letterature e Culture Moderne. Ha lavorato con la coreografa Lia Rodrigues. I suoi lavori autoriali sono “Contra a espada” (2005), “Cabiria corta o cabelo” (2013), “Mãe” (2015), “Um corpo foi achado” (2018), “Também se matam cavalos” (2022) e “Quando eu morrer me enterrem na floresta” (2023).
Irkalla
Body Celebration with Dîlana Mêla
In questo lavoro, Irkalla sposta l’attenzione sulla gioia che le donne yazide sono in grado di esprimere attraverso la danza e la celebrazione del proprio corpo, costretto nel corso della storia ad affrontare terribili episodi di violenza. L’artista invita il pubblico a unirsi a lei in una tipica danza yazida che lega le comunità – Dîlana Mêla – attingendo anche alle canzoni dell’Archivio Tew Tew, una raccolta di tradizioni orali yazide creata da un gruppo di giovani donne e uomini yazidi per celebrare e preservare una cultura in via di estinzione.
Irkalla (Iraq / France) è un’artista visiva e performativa, attivista per i diritti delle donne e madre di due figli. È nata nella regione prevalentemente yazida di Sinjar, nel nord dell’Iraq. Ha intrapreso la sua carriera da artista nel 2017. Nello stesso anno ha lasciato il suo Paese trasferendosi in Europa per proteggere le sue figlie e la sua arte da coloro che avrebbero potuto ostacolarla e contrastarla, come artista e come donna. Il suo lavoro è incentrato sul corpo e sui pericoli che esso sperimenta quotidianamente.
Liryc Dela Cruz
Il mio Filippino: The Tribe
In programma dal 6 al 7 luglio a C’Entro Supercinema.
Liryc Dela Cruz è un artista e regista di Mindanao (Filippine) e di Roma. I suoi lavori sono stati rappresentati e proiettati in numerosi festival cinematografici internazionali e luoghi d’arte contemporanea tra cui: Locarno Film Festival, Rencontres Internationales Paris / Berlin, Matadero, Maison Européenne de la Photographie, UK New Artist, Artissima, MACRO Roma, Teatro di Roma, Mattatoio, Milano Arch Week e La Biennale di Venezia. I suoi film sono legati alle sue origini e alla sua biografia, mentre le performance si focalizzano sui temi della cura, dell’ospitalità, delle pratiche indigene e di de-colonizzazione. È stato nominato Artica Artist 2024 da Nordnorsk Kunstmuseum.
Polina Chebanu
Nostalgia. SMELLS
Polina Chebanu (Ucraina / Italia) ha raccolto storie e realizzato un testo – che diventerà una performance – sugli odori che rimandano a un certo periodo della nostra vita. Alcune storie parlano della guerra, di città bombardate, dell’odore di un croissant che arriva alle narici mentre si passeggia per una strada riportando alla mente le torte di una nonna che non c’è più. Ci sono storie di odori legati a semplici gioie, emozioni ed esperienze umane: il primo amore, la prima fuga da scuola, il primo drink, l’ultimo giorno di un lavoro amato o odiato, l’ultima tazza di caffè prima di rinunciare alla caffeina per motivi di salute, l’odore di un profumo durante l’ultimo incontro con la persona amata, dalla quale ti separerai per sempre.
Originaria di Nizhyn, Ucraina, Polina Chebanu ha studiato recitazione nella sua città natale, prima di trasferirsi a Kiev per studiare regia presso l’Università Nazionale di Teatro, Cinema e Televisione I. K. Karpenko-Karyi. Nella sua pratica artistica lavora all’intersezione di vari stili e tendenze artistiche, combinando stand-up e teatro classico, pittura e poesia.
Emmanuel Ndefo
Eros and Ancestors
Emmanuel Ndefo (1991, Kano, Nigeria) usa il suo corpo come strumento per il suo processo creativo, immaginando come la performance possa contribuire a più ampi dialoghi contemporanei. Esplora la metafora dell’hackeraggio, concependo il corpo umano come una rete o un sistema informatico, e le nostre esperienze come dati. Con le nostre informazioni soggette a malware e malfunzionamenti, l’artista mette in evidenza le vulnerabilità all’interno della rete umana e rende visibili spazi di libera creazione, completa devozione e nuove scoperte. Sebbene tragga ispirazione da un’ampia gamma di forme e pratiche, il nucleo del suo lavoro è radicato nella danza, nella performance e nell’installazione.
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